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Il Museo Papirologico dell’Università del Salento è nato principalmente per dare adeguata sistemazione alla collezione di papiri greci, geroglifici, demotici, ieratici e copti e degli altri materiali contenenti testi geroglifici, greci e latini posseduti dal Centro di Studi Papirologici dell’Ateneo salentino. Tutti i papiri della Collezione leccese sono stati restaurati, messi sotto vetro e catalogati. Di tutti i reperti custoditi o esposti sono disponibili immagini digitali; di alcuni oggetti sono stati realizzati anche modelli tridimensionali. Il Museo, unico in Italia e in Europa (se si eccettua il Papyrusmuseum della Biblioteca Nazionale di Vienna), è allogato al piano terra del Palazzo Palladiano del Complesso “Studium 2000” di via Di Valesio, a Lecce, ed è stato fondato nel 2007 da Mario Capasso, Ordinario di Papirologia presso l’Università del Salento. La struttura si articola complessivamente in tre sale. Un piccolo vestibolo introduce i visitatori alla collezione mediante tre oggetti di forte valore simbolico ed evocativo: un modello della celebre Stele di Rosetta, nota per aver consentito allo Champollion, nel 1822, di decifrare la scrittura geroglifica; un pannello dedicato alla Charta Borgiana, il celebre papiro la cui edizione segnò ufficialmente, nel 1788, la nascita della Papirologia; un calco della famosa statuetta di scriba in calcare della V Dinastia (2494-2345 a.C.) proveniente da Saqqara e conservata presso il Museo Egizio del Cairo. La Prima Sala è dedicata all’esposizione di alcuni dei papiri della Collezione e all’illustrazione di aspetti, problemi, tematiche e momenti della storia della papirologia attraverso 12 pannelli esplicativi di facile lettura e con ricco apparato iconografico. I materiali sono esposti in cinque vetrine, all’interno delle quali i diversi reperti sono organizzati tematicamente: accanto ai papiri e agli altri oggetti scritti, in esse sono custodite riproduzioni moderne di strumenti variamente connessi con il mondo della scrittura e del libro antichi. Nella vetrina nr. 1 sono esposte ricostruzioni moderne di una serie di materiali ed oggetti variamente connessi con le pratiche di scrittura e di lettura nell’antichità, ad es. pigmenti di origine minerale e vegetale utilizzati per la produzione di inchiostri colorati, alcuni tipi di calami, la riproduzione di un’antica capsa che serviva per conservare i rotoli papiracei, alcuni umbilici, un codex ligneo, un rotolo di papiro carbonizzato, diversi fascicoli di pergamena ricavata da pelli di animali diversi, ecc. La vetrina nr. 2 contiene oggetti antichi su cui sono delineati dei testi o delle decorazioni di varia provenienza, datati ad un lasso di tempo compreso tra il XIV sec. a.C. ed il V sec. d.C. Si tratta di materiali eterogenei, tra i quali un pettorale di mummia di epoca tolemaica; un ostrakon in calcare con alcune linee di scrittura ieratica appartenenti all’opera letteraria La Satira dei mestieri (XIX-XX Dinastia); due frammenti di lino colorato provenienti da cartonnage con un breve testo geroglifico relativo alla protezione dei defunti da parte delle divinità egizie Iside e Osiride; una tavoletta scrittoria lignea, probabilmente appartenuta ad uno scolaro, risalente al V-VI sec. d.C. e recante scrittura copta sia sul recto che sul verso. Le vetrine nrr. 3 e 4 sono dedicate esclusivamente ai testi greci, demotici, copti, ieratici della Collezione PUL (Papyri Universitatis Lupiensis), che comprende oltre 350 papiri, in gran parte documentari. Si tratta di materiali per lo più frammentari, ma spesso caratterizzati da un discreto quoziente di testo e di leggibilità; essi provengono tutti da collezioni private europee e sono stati acquistati dal Centro di Studi Papirologici in diversi lotti, tra il 1990 e il 2009. Particolarmente interessanti i frammenti la cui forma riproduce le parti del corpo della mummia che essi ricoprivano nel sarcofago antropoide per la cui fabbricazione erano stati utilizzati. I testi demotici, di epoca tardo-tolemaica, conservano testi più estesi e in migliori condizioni rispetto a quelli greci, per la maggior parte conti. Nella vetrina nr. 3 sono esposti 17 papiri greci, tutti di epoca tolemaica e provenienti da cartonnage. Si tratta di documenti riguardanti la vita quotidiana di piccole comunità egizie: conti, mutui, liste di beni materiali, lettere, compravendite ecc. La vetrina nr. 4 presenta 4 papiri copti (tutti documenti risalenti al VI-VIII sec. d.C.), 4 papiri ieratici (VIII sec. a.C.-III sec. d.C., di cui due appartengono verosimilmente ad un medesimo Libro dei morti di epoca egiziana tarda: 712-332 a.C.), 1 papiro demotico (epoca tolemaica) e 3 papiri greci (III sec. a.C.-V sec. d.C.). Nella vetrina nr. 5, “Papiri e mondo funerario”, sono esposti, oltre ad alcuni papiri provenienti da cartonnage di mummia umana di III-II sec. a.C., due papiri geroglifici contenenti frammenti del Libro dei morti e risalenti al Nuovo Regno (1400-1200 a.C.). La sala espositiva del Museo ospita anche una piccola sezione dedicata alla papirologia ercolanese, la disciplina che ha come scopo la decifrazione e l’interpretazione dei testi greci e latini rinvenuti, alla metà del Settecento, in una sontuosa domus della cittadina campana, la così detta Villa dei Papiri. Qui è esposta una splendida riproduzione moderna della celebre macchina per lo svolgimento dei papiri ercolanesi – elaborata alla metà del XVIII sec. dal Padre Scolopio Antonio Piaggio e utilizzata fino ai primi del Novecento –, opera dell’artista salentino Giuseppe Manisco; una vetrina è dedicata poi ad alcuni celebri tentativi di apertura e svolgimento dei rotoli ercolanesi. La Seconda Sala del Museo ospita la Biblioteca di Egittologia e di Papirologia “Luca Trombi” (dal nome dello sponsor della Missione Archeologica del Centro di Studi Papirologici in Egitto, che ha voluto donare al Centro centinaia di volumi): si tratta di una biblioteca specialistica che possiede oltre 2300 volumi di argomento egittologico e papirologico, il cui catalogo è ora disponibile on-line. Nella stessa sala è possibile ammirare, nella vetrina intitolata “Archeologia e papiri”, una collezione di vasellame antico proveniente dal Mediterraneo orientale, donata al Museo Papirologico da un privato nel 2008. I materiali esposti, di cui non sono noti i luoghi di rinvenimento, risalgono nel complesso ad un periodo compreso tra il VII sec. a.C. e il III sec. d.C. e sono stati verosimilmente prodotti in Attica, sulla costa siro-palestinese e nell’area del Delta in Egitto.Alle spalle del Museo si trova il Laboratorio di Lettura e Restauro dei papiri, dotato di una postazione per l’analisi ottica. In una sala attigua è infine esposto un grande plastico del sito archeologico di Soknopaiou Nesos/Dime (Fayyum, Egitto), in cui scava la Missione Archeologica del Centro di Studi Papirologici.
Data ultimo aggiornamento: 07/06/2024